Finassage Second Reception | Pratiche della seconda accoglienza

VENERDI 6 OTTOBRE ore 19:30.
Presso MAT laboratorio urbano (via Macello sn, 70038 Terlizzi)

L’associazione fotografica Cacciatori d’Ombra, è lieta di presentare il finissage de “Second Reception”, mostra fotografica di Marco Sacco. L’appuntamento è in compartecipazione con Ero straniero – L’umanità che fa bene (campagna culturale e una legge di iniziativa popolare per cambiare il racconto, superare la legge Bossi-Fini) e sarà occasione per un talk per superare il clima di disinformazione che spesso alimenta la paura del diverso, dell’altro e dell’altrove.
Saranno presenti:
Mauro Ieva, presidente Cacciatori d’Ombra
Marco Sacco, autore della mostra
Piero Rossi, garante detenuti Regione Puglia
Gianluigi De Vito, giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno.

Si ringraziano per la disponiblità il MAT laboratorio urbano, il Collettivo Zebù ed il Comune di Terlizzi.


Sinossi
I flussi migratori, intensificatisi soprattutto negli ultimi anni, sono il sintomo più evidente dell’instabilità politica di numerosi Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum e dell’Africa subsahariana.
La posizione strategica dell’Italia all’interno del bacino mediterraneo favorisce l’approdo di molti migranti che scelgono proprio le vie del mare per raggiungere il Bel Paese, che quasi mai però rappresenta la loro meta definitiva, ma vuole essere semplicemente un corridoio verso altri Paesi dell’Unione Europea, nella speranza di un’esistenza migliore.
Dopo lo sbarco in veri e propri “porti umani”, quali ad esempio quelli di Lampedusa e Marsala, il sistema di accoglienza italiano si articola in due fasi: la prima ha luogo nei centri di prima accoglienza governativi, la seconda, quella che effettivamente dovrebbe far sì che vengano attivati servizi volti a fornire assistenza e protezione ai rifugiati, prosegue all’interno dello SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) o, come spesso avviene, sfocia in soluzioni di ambigua legalità e di dubbia garanzia di una vita dignitosa. Le foto, a sostegno della denuncia dello stato nel quale versano edifici ed occupanti, fanno parte di un progetto in fase di crescita che ha come fine ultimo la documentazione della condizione e del dramma di queste individui che, partiti dal Sud del Mondo con la speranza di una vita migliore verso il più prospero Nord, si trovano invece bloccati in una nazione che difficilmente potrà garantire loro un’alternativa migliore.

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